Gourami nano: come allevarlo al meglio in acquario
Gourami nano: come allevarlo al meglio in acquario
Sebbene spicchi per la sua capacità di adattamento, come ogni pesce che si rispetti, anche il Gourami nano necessita di alcuni particolari accorgimenti affinché possa essere correttamente allevato in un acquario. Per chiunque fosse propenso ad introdurlo nella propria vasca, ecco una guida dettagliata su tutto ciò che è indispensabile conoscere a proposito di questa specie colorata, nonché molto diffusa e davvero apprezzata tra gli amanti di acquariofilia.
Il Gourami nano – Origini e caratteristiche
Proveniente dall’Asia meridionale e in particolar modo dalle acque che popolano l’India, il Pakistan e il Bangladesh, il Trichogaster lalius, più comunemente noto come Gourami nano, ama frequentare ruscelli ricchi di vegetazione. Appartenente alla famiglia degli Osphronemidae, è classificabile come pesce d’acqua dolce e costituisce la varietà più minuta tra i suoi simili. Vanta inoltre la peculiarità di essere tranquillamente allevabile in un acquario naturale, riuscendo facilmente ad adattarsi e a riprodursi. Giunto per la prima volta in Europa nel 1903, è divenuto oggi uno dei pesci più venduti.
Tra le caratteristiche preponderanti di questo simpatico pesciolino emerge un corpo di forma ovale ma contemporaneamente sottile, che spazia tra i 5 e i 9 cm. La livrea cambia a seconda della specie mostrando delle tonalità che variano dal verde al giallo e dall’azzurro al rosso. Allo stesso modo il disegno può essere composto da puntini o strisce verticali.
Il Gourami nano è provvisto di un organo respiratorio supra- branchiale denominato “labirinto” che gli consente di respirare sia l’ossigeno presente in superficie, sia di sopravvivere in aree che ne sono prive. Si contraddistingue oltretutto per essere un perfetto saltatore; ragion per cui è meglio optare per un acquario dotato di coperchio, eludendo in tal modo la possibilità che possa balzare fuori dalla vasca, dal momento che tende anche a frequentare gli strati più alti.
Convivenza con altri pesci e in quale numero introdurli
In linea generale il Trichogaster lalius ha un carattere pacifico e per tale ragione può coabitare senza alcun indugio con altri pesci. Perfetti coinquilini potrebbero essere rappresentati dai Boras, dalle Caridine, dalle Neocaridine e in ultimo dai Panjo. Al contrario va assolutamente esclusa la convivenza con il Barbo, il quale spesso strappa i fili del Gourami nano nutrendosene.
Risulta ugualmente preferibile evitare di inserire nel medesimo acquario sia specie particolarmente aggressive, sia più di un maschio contemporaneamente in quanto di indole territoriale. A tal proposito esiste un’unica eccezione ed è costituita dal munirsi di un acquario che abbia una lunghezza di almeno 120 cm, così da poter introdurre ben due maschi, affinché inseriti nello stesso momento. Contrariamente, potrebbe accadere che il più adulto attacchi il nuovo inquilino. Tuttavia un occhio di riguardo è bene porlo al periodo dedicato alla riproduzione, durante il quale è meglio optare per un solo Gourami nano di sesso maschile.
L’alimentazione del Gourami nano
Sebbene si tratti di un pesce onnivoro, è altrettanto vero che oltre alle classiche scaglie a disposizione sul mercato, ai fiocchi o ai pellets, il Gourami nano mostra una spiccata preferenza per le larve di zanzara e per i vermi, anche in versione congelata.
È comunque possibile selezionare alcune verdure quali lattuga e spinaci o legumi come ad esempio i piselli, stando ben attenti a ridurli in piccolissimi frammenti e non sottovalutando la necessità di un’alimentazione varia ed equilibrata.
L’acquario ideale e il suo allestimento
Il Gourami nano predilige acque popolate da numerose piante, alcune delle quali molto alte, in quanto utili per la deposizione delle uova e per permettere alle femmine di sostare lontano dal sesso opposto; il quale tenderà invece a sfruttare tale vegetazione con lo scopo di dar vita a veri e propri nidi.
Altrettanto perfetti sono gli acquari ricchi di rifugi, nei quali i maschi più deboli possano nascondersi per eludere gli attacchi da parte dei più aggressivi, evitando di conseguenza di soccombere. Via libera quindi all’introduzione nell’acquario di pietre, alghe verdi e piante, foglie di catappa e legni, purché privi di sostanze tossiche; mentre il fondale da prediligere è sicuramente di colore piuttosto neutro.
Affinché un acquario sia adatto a questo genere di pesci dovrebbe rispettare un litraggio minimo pari a 100 litri ed una lunghezza di almeno 80 cm, garantendo una minore pressione da parte dei pesci di sesso maschile nei confronti di quello femminile.
Come altro accorgimento è bene ricordare di controllare che il filtro pulisca efficacemente e costantemente l’acqua, dato che questi esemplari non riescono a tollerare la presenza dei nitriti.
È oltretutto consigliabile impostare luminosità e corrente piuttosto moderate dal momento che si tratta di pesci abituati a vivere in acque stagnanti. Infine, per quanto concerne la temperatura ideale, si aggira tra i 24°C e i 29°C. Altrettanto condizionanti per i Gourami sono l’acidità e la durezza dell’acqua, dovendo corrispondere rispettivamente ad un pH di 6.0-7.5 ed un gH di 10-15.
La riproduzione del Gourami nano
Per garantire la riproduzione è essenziale riconoscere il sesso del Gourami nano; operazione piuttosto semplice data la colorazione meno accentuata delle femmine, così come la presenza della pinna anale e di quella dorsale, entrambe di forma più arrontondata rispetto a quelle che caratterizzano i maschi.
Avvenuto l’accoppiamento sarà indispensabile trasferire prima la femmina in una vasca adibita esclusivamente all’allevamento, affinché possa abituarsi ed individuare dove poter depositare le uova. A distanza di poche ore si potrà introdurre anche il maschio, il quale provvederà a costruire nidi composti da parti di foglie e bolle galleggianti atte ad ospitare le uova. Al contrario di quanto si possa credere sarà principalmente il maschio a prendersene cura fino alla schiusa, la quale avverrà entro un giorno e mezzo, dando vita agli avannotti. Trascorsi tre o quattro giorni da questo evento i piccoli inizieranno a nuotare e a mangiare autonomamente, lasciando il maschio libero da ogni responsabilità.
Consigli per una vasca idonea alla riproduzione
Durante il periodo corrispondente alla deposizione delle uova e alla nascita avvenuta, sarà fondamentale mantenere la temperatura dell’acqua lievemente più alta rispetto alla norma, dal momento che i giovani pesci sono particolarmente sensibili agli sbalzi climatici. Il flusso dovrà essere minimo per preservare i nidi di bolle che aderiranno a piante o oggetti galleggianti. Ultima accortezza da non tralasciare, anche in questo caso, per assecondare tale scopo sarà essenziale l’introduzione di piante acquatiche.
Conclusioni
Nonostante si tratti di un pesce capace di grande adattamento, bisogna ricordare che questa specie non è molto longeva, potendo sopravvivere solo fino a 2,5-3 anni, motivo per cui risulta comunque essenziale prendersene cura rispettando le sue necessità; evitando così di ridurre ulteriormente le aspettativa di vita. In particolar modo bisogna porre attenzione alla qualità dell’acqua e ai livelli di CO2 presenti nell’acquario, in quanto un’alterazione potrebbe causare malattie quali ascite infettiva, infezioni fungine e ancora putredine delle pinne.