Allevamento e riproduzione degli Ancistrus
Per popolare un acquario naturale in modo consapevole e armonioso, è necessario scegliere con cura le specie animali che, ogni giorno, faranno parte del microambiente creato con le proprie mani. L’Ancistrus è uno dei pesci più ricercati per gli acquari naturali perché oltre ad essere un buon pulitore, caratteristica per cui è conosciuto ai più, può vivere anche da solo senza soffrire la solitudine.
Certamente sarà necessario conoscere le caratteristiche dell’Ancistrus e le sue abitudini di vita legate all’alimentazione e alla riproduzione, per garantire a questa specie un’esistenza decorosa e in linea con le sue necessità.
L’acquario naturale non deve essere infatti visto unicamente come complemento d’arredo, ma come un microclima in cui coesistono in armonia flora e fauna, per dare vita a un equilibrio unico e irripetibile.
Un particolare interessante degli Ancistrus è dato dal loro cambiamento di colore, che presenta macchie marmorizzate dalle diverse tonalità, più o meno chiare a seconda degli esemplari. La repentina variazione nel colore del corpo degli Ancistrus non deve destare preoccupazione, poiché espressione di stati d’animo tra cui stress, voglia di dominazione o desiderio di mimetizzarsi con l’ambiente circostante.
Ancistrus: origini e diffusione
Noto semplicemente come Ancistrus, questo pesce è presente in natura in diverse sottospecie derivanti da diverse ibridazioni pressoché incontrollate, nei primi tempi in cui l’Ancistrus fu introdotto in acquariofilia. In particolare, la specie è erroneamente denominata Ancistrus dolichopterus e Ancistrus temmincki, che hanno dato sicuramente origine a quella che conosciamo oggi e da cui trae i principali tratti distintivi.
L’Ancistrus è diffuso nel Rio delle Amazzoni, fiume che nasce nelle Ande del Perù e attraversa, oltre al suo Paese di origine, anche Colombia, Brasile, e le aree del Rio Negro, fiume colombiano. Le vaste aree in cui il pesce è abituato a crescere e riprodursi si conciliano molto bene con il suo carattere schivo e poco incline alla coabitazione con i suoi simili.
Per questo motivo, se si inserisce l’Ancistrus nel proprio acquario naturale, è necessario calcolare con attenzione la superficie utile in cui farlo vivere.
Perché l’Ancistrus è noto come pesce pulitore
Data l’abitudine degli Ancistrus di incollarsi ai vetri dell’acquario con la bocca, sono diventati popolari per questa prerogativa e presto noti come pesci pulitori, ma questa caratteristica non deve indurre a ritenere l’Ancistrus come una specie senza particolari necessità e con una funzione specifica, quella di eliminare le alghe.
Come ogni essere vivente, infatti, l’Ancistrus presenta specifici bisogni che non devono essere trascurati se si desidera che questo pesce viva in salute e per lungo tempo.
Ad esempio, le alghe rappresentano una parte esigua del nutrimento dell’Ancistrus che, oltretutto, non ama cibarsi indiscriminatamente di tutte le specie. Inoltre, benché le dimensioni di questi pesci non superino i 12 cm di lunghezza, è possibile inserirli insieme ad altre specie, purché non troppo grandi.
Per catturare gli Ancistrus è poi indispensabile prestare attenzione e utilizzare gli appositi retini, aspettando che il pesciolino si liberi in autonomia per non rischiare di ferirlo.
Quanti Ancistrus inserire nell’acquario naturale
Poiché l’Ancistrus è un pesce tendenzialmente solitario, che presenta una territorialità piuttosto marcata, è consigliabile tenere nell’acquario non più di due esemplari, un maschio e una femmina.
Sebbene in fase di allevamento gli Ancistrus convivano senza particolari problemi con i propri simili, dopo aver raggiunto la maturità sessuale dimostrano una certa insofferenza per la condivisione dello spazio con altri esemplari. Potrebbe addirittura accadere che, se costretti forzatamente nello stesso acquario, gli Ancistrus litighino violentemente fra loro, arrivando persino a uccidersi in occasione di una lotta.
Le spine retrattili, a forma di uncino, sono solitamente nascoste in prossimità delle branchie ma, una volta estratte, sono delle vere e proprie armi mortali, rivolte soprattutto verso la pancia, l’elemento più vulnerabile di questi pesci.
Riguardo le dimensioni dell’acquario in cui allevare gli Ancistrus, per far convivere una coppia maschio-femmina è raccomandabile sceglierne uno dalla capienza non inferiore ai 60-70 litri. Al limite, in acquari naturali più grandi, è possibile allevare un piccolo gruppo di 5 o 6 esemplari, con l’obiettivo di selezionare una coppia e cedere gli altri, scegliendo quelli con maggiori possibilità di sopravvivenza.
Ancistrus nell’acquario naturale: caratteristiche di acqua e vegetazione
Oltre a osservare proporzioni precise tra numero di Ancistrus e capienza dell’acquario, è bene rispettare alcune regole relative alla durezza dell’acqua, al pH e alla temperatura, nonché alla vegetazione che, preferibilmente, dovrebbe essere presente all’interno della vasca.
Per quanto riguarda la durezza, questa deve attestarsi preferibilmente in un range compreso tra i 5 e i 20 Th, mentre il pH ideale dell’acqua è di 6-7,5.
Essendo un pesce originario del Sudamerica, inoltre, l’Ancistrus necessita di una temperatura tiepida, tra i 23 e i 27 gradi.
Da questo punto di vista l’Ancistrus è un pesce piuttosto adattabile e vive bene anche in acque con pH e durezza al di fuori dei range consigliati, ma in un acquario casalingo è raccomandabile seguire le istruzioni sopra riportate, per garantire agli esemplari di questa specie una vita lunga e in salute.
Per quel che riguarda la vegetazione interna, oltre alle alghe, è consigliabile dotare l’acquario di grotte e anse, pezzi di legno non appuntito e pietre accatastate, perché questo pesce ama rifugiarsi nelle insenature naturali per molte ore al giorno, esponendosi unicamente durante la sera e la notte.
Gli Ancistrus sono molto sensibili all’inquinamento dell’acqua, e quando è necessario effettuare trattamenti chimici all’interno dell’acquario naturale occorre prestare particolare attenzione ai dosaggi, soprattutto per quel che riguarda i fosfati e il rame.
La dieta degli Ancistrus: abitudini quotidiane
Gli Ancistrus sono vegetariani, anche se non si cibano unicamente di alghe. Infatti, questi pesci sono soliti consumare spinaci, lattuga, sottili fettine di patate e cetrioli. Oltretutto, provando a nutrire questa specie animale con banane e piselli, in piccole quantità, si rimarrà stupiti di quanto gradiscano questi alimenti.
Qualora gli Ancistrus non si nutrissero regolarmente di fibre vegetali, potrebbero ammalarsi e morire. Al contrario, non è indispensabile fornire loro legno, perché per loro è sufficiente rosicchiare la patina organica presente su qualunque superficie trovino all’interno dell’acquario.
È anche possibile sostituire le radici con una discreta quantità di verdure che presentano molta fibra o frutta e mezze noci di cocco. Queste ultime non costituiscono cibo per gli Ancistrus, che tuttavia troveranno un comodo nascondiglio in cui deporre le uova.
La riproduzione degli Ancistrus
Gli Ancistrus sono soliti riprodursi negli acquari di comunità, a temperature ideali non inferiori a 26 gradi. Per favorire la riproduzione degli Ancistrus, gli zoologi consigliano di cambiare spesso l’acqua dell’acquario e di introdurre nella dieta elevate quantità di spinaci e verdure a foglia larga.
La femmina predilige posti bui e riparati per deporre le uova, quali grotte appositamente acquistate, mezze noci di cocco o pezzi di legno con fori e anfratti. Il maschio si prende cura delle uova e dei piccoli, fino a quando, a una settimana dalla schiusa, questi raggiungeranno un’autonomia tale da saper nuotare da soli.
Dopo circa sette giorni, infatti, i piccoli Ancistrus cominciano a camminare lentamente sul fondo della vasca, cercando cibo attaccandosi al vetro. In questa fase è già possibile rifornire la vasca con spinaci, insalata appena scottata, cetrioli e zucchine.
I giovani Ancistrus presentano dimensioni variabili, da 1 a 3 cm negli esemplari più grandi. Quando raggiungono le due settimane di età, è possibile affermare che hanno conquistato la piena autonomia, ed è necessario considerare l’idea di spostarli in un altro acquario o di cederli, per evitare un pericoloso sovraffollamento.