La Caridina Japonica e la sua importanza in acquariofilia
All’interno di un acquario naturale è sempre importante controllare la crescita delle alghe. La Caridina Japonica, un piccolo crostaceo d’acqua dolce, potrebbe essere la soluzione ideale grazie alla sua utile capacità di cibarsene. Questo gamberetto, infatti, aiuta a mantenere l’acquario pulito divorando non solo le alghe, ma anche piccoli rifiuti e sporcizia.
Storia e caratteristiche della Caridina Japonica
La Caridina Japonica, il cui nome scientifico è Caridina multidentata, è anche conosciuta come Caridina Amano. Takashi Amano, maestro dell’acquario naturale, fu il primo a introdurla all’interno delle sue creazioni dopo averne scoperto le incredibili capacità. Si racconta che, prima di ogni esposizione, Amano ne immettesse a centinaia all’interno di ogni acquario e che queste ripulissero l’ambiente in una sola notte.
Questa specie si trova allo stato selvatico in Giappone, così come in alcune parti della Corea e di Taiwan. Sono esemplari difficili da allevare, quindi la maggior parte delle Caridine Japoniche vengono catturate in natura e poi vendute nei negozi.
Il corpo della Caradina Japonica è traslucido e ricoperto da minuscole macchioline dalla testa alla coda. In natura, questa colorazione le aiuta a mimetizzarsi con il loro habitat e a evitare i predatori.
La metà anteriore del corpo è occupata dal cefalotorace ed è ricoperto da un solido pezzo di guscio che protegge la testa e la maggior parte dei suoi organi vitali. La testa della Caridina Japonica ha una punta acuminata, chiamata rostro, che le conferisce la forma caratteristica di tutti i gamberetti e le aragoste. Da entrambi i lati del rostro, gli occhi sporgono su steli mobili.
La testa è anche provvista di due paia di antenne, organi sensoriali che usano per navigare nell’ambiente circostante.
Nella parte inferiore del carapace sono presenti due diversi tipi di arti. Vicino alla bocca ci sono tre paia di zampe minuscole che funzionano solo per trasportare il cibo alla bocca. Indietro invece si trovano cinque paia zampe che consentono loro di aggrapparsi e strisciare.
L’addome è formato da ampi muscoli collegati alla coda che permettono alla Caridina Japonica di balzare all’indietro se minacciata. Sotto l’addome, invece, coesistono cinque paia di pleopodi che le consentono di nuotare in avanti. Le femmine le usano anche per tenere le uova sotto il ventre fino a quando non sono pronte a schiudersi. All’estremità si trova la caratteristica coda a ventaglio tipica dei gamberi.
La Caridina Japonica ha quindi una forma longilinea e raggiunge una dimensione massima di 6 cm da adulta.
Differenze tra maschi e femmine
Le femmine sono leggermente più grandi dei maschi. Guardando le file di macchie sul corpo, in particolare la seconda fila dal basso, si può vedere che nelle femmine queste sono lunghe e discontinue, mentre nei maschi sono perfettamente circolari.
Dieta e comportamento della caridina japonica
Questi piccoli crostacei passano le giornate a mangiare. Si muovono costantemente lungo le superfici della vasca, raschiando le alghe dalle superfici e immettendole in bocca. Finché c’è cibo in abbondanza, mangiano pacificamente e non danno fastidio a nessuno. Quando il cibo viene lasciato cadere, si precipitano e lo afferrano, poi nuotano via per nascondersi e mangiarlo.
Sono voraci spazzini e strisciano lungo il fondo, nutrendosi di alghe, materia vegetale in decomposizione, e persino pesci morti e piccoli invertebrati che incontrano sul loro cammino. Sono utili contro le alghe verdi puntiformi.
Per questa sua caratteristica, la Caridina Japonica, se introdotta in un acquario naturale, diventa un elemento necessario affinché le alghe non prendano il sopravvento, aiutando così nella pulizia.
In natura e da adulti vivono tutta la loro vita in acqua dolce, rilasciando uova fecondate nella corrente del fiume, che le trasporta nell’acqua salmastra. Le uova si schiudono in larve che nuotano liberamente nell’acqua salata. Le larve continuano a viaggiare attraverso la corrente fino a quando non vengono trascinate in mare aperto. Quando passano da larve a gamberetti, iniziano a migrare di nuovo in fiumi e torrenti d’acqua dolce. Per questo motivo è molto difficile allevarle.
Muta
Man mano che cresce, il guscio esterno non riesce ad aumentare assieme al resto del corpo. Quindi ha bisogno di lasciarlo andare in modo tale che al suo posto ne cresca uno più nuovo e più grande.
Quando si prepara alla muta, il vecchio guscio inizia ad allentarsi e alla fine si stacca.
Dopo una muta, ci vogliono diversi giorni prima che il nuovo guscio finisca di formarsi e indurirsi. Questo rende i gamberetti estremamente vulnerabili, e in genere si nascondono fino a quando il guscio non si è irrigidito.
Le Caridine Japoniche possono avere problemi con la muta se vengono mantenuti dei parametri d’acqua sbagliati. Ogni specie ha i suoi bisogni quando si tratta della durezza generale dell’acqua, così come per la quantità di calcio nella loro dieta. Come tutti i gamberetti, se una Caridina non può fare la muta correttamente morirà. In un acquario ben curato, però, avrà un’aspettativa di vita di 2-5 anni.
Consigli su come allestire un caridinaio per japoniche
Nonostante le loro piccole dimensioni, le Caridine hanno bisogno di un’ampia superficie su cui pascolare. Si consiglia quindi di predisporre una vasca da almeno 20 litri. Inoltre, in natura, le Caridine Japoniche si riuniscono a centinaia, quindi è meglio tenerne almeno cinque per cercare di emulare il loro ambiente naturale.
Il miglior filtro da utilizzare è quello in spugna. Il normale filtro per acquario esterno e quello a cestello possono essere pericolosi: i gamberetti ne potrebbero venire risucchiati. La spugna fornisce una filtrazione sia meccanica che biologica, intrappola molta sporcizia e rifiuti ed è l’habitat perfetto per i batteri benefici di cui un acquario ha bisogno. Le Caridine amano aggrapparsi a un filtro di spugna e mangiare tutta la sporcizia intrappolata.
Si consiglia una luce a spettro completo di alta qualità. I gamberetti trarranno beneficio dalle piante sane e vivaci e dalle alghe verdi che crescono grazie all’efficiente illuminazione. Per quanto riguarda il riscaldamento, le Caridine potranno vivere tranquillamente in acque che variano tra i 18°- 28°C.
Le Caridine stanno bene dove c’è sabbia o un substrato vegetale. Si consiglia, tuttavia, di essere cauti nell’utilizzare un substrato piantumato, perché riduce il PH. Se l’acqua ha un pH elevato non è un grosso problema. Se però l’acqua è meno dura, un substrato che riduce il PH potrebbe renderla molto più acida. In tal caso è necessario aggiungere ulteriore calcio, magnesio o bicarbonato per aumentare PH, GH e KH. Il valore ottimale del PH va da 6,5 a 8,0, quello di GH da 7 a 8, e quello di KH invece da 2 a 7.
Questi crostacei sono vulnerabili mentre il loro nuovo guscio sta crescendo e questo li rende molto nervosi e solitari. Dopo una muta, si sentiranno più al sicuro se potranno nascondersi dietro a delle piante alte o dietro a legni per acquario.
La Caridina Japonica è davvero pacifica e bisogna preoccuparsi di più dei loro compagni di vasca, stando attenti ai pesci più grandi e aggressivi, o a qualsiasi specie abbastanza grande da contenerne una in bocca.
Poiché è estremamente famelica di alghe diatomee e alghe verdi potrebbe davvero fare la differenza all’interno di un acquario appena allestito. Contrariamente ad alcune specie di gamberetti, le Caridine possono adattarsi e prosperare in diverse condizioni, ma richiedono una vasca stabile, con un continuo ricambio.