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Negli ultimi anni, tantissimi acquariofili si cimentano nella realizzazione fai da te dell’impianto CO2 dell’acquario. Sebbene sia una componente essenziale per il corretto funzionamento del sistema, con un po’ di pazienza e di manualità è possibile creare da zero un impianto perfettamente funzionante, longevo ed economico.
Gli strumenti per l’impianto di CO2
Prima di analizzare nello specifico i passaggi da seguire per dar vita a un impianto di questa tipologia è indispensabile munirsi degli accessori giusti. Fortunatamente, escluso il diffusore, la gran parte degli elementi sono già presenti dentro casa, eliminando anche il fastidio di dover acquistare prodotti supplementari. Vediamo la lista da tenere in considerazione per un impianto di CO2 artigianale.
- 1 litro di acqua dell’acquario di riferimento,
- 1 diffusore di anidride carbonica (CO2 ) per acquari,
- 1 tubo e un conta bolle per flebo,
- 1/2 panetto di lievito di birra,
- 350 grammi di zucchero,
- 2 cucchiaini di bicarbonato,
- una pistola di colla a caldo
- infine una bottiglia di acqua da 1,5 litri con tappo.
Per quanto riguarda l’acqua in bottiglia è consigliabile quella gassata, si otterrà un risultato migliore rispetto all’acqua liscia in bottiglia.
Procedimento per la realizzazione di un impianto CO2 per acquario naturale
Un impianto di CO2, per essere conforme ai requisiti minimi, deve necessariamente soddisfare nove passaggi. Sebbene vi siano diverse modalità per la creazione di un impianto di questa tipologia, oggi cercheremo di sintetizzare i nove punti principali e di adottare un approccio quanto più artigianale possibile. Vediamo come fare.
Inizio del processo di realizzazione
Il primo passo per dar vita a un impianto di CO2 per acquari è quello di prendere un bicchiere e versare al suo interno l’acqua del rubinetto. Poggiato il bicchiere sul tavolo, è il momento di inserire al suo interno 1/2 panetto di lievito di birra e mescolare con delicatezza finché non si ottiene una miscela omogenea. Benché molti preferiscano mescolare velocemente per ridurre i tempi, in realtà una miscelazione lenta risulta più efficace per il risultato finale.
La fase di miscelazione
Terminato il mescolamento di lievito di birra e acqua del rubinetto, è il momento di prendere la bottiglia da 1.5 litri (ricordiamo che gassata è molto meglio). In questa bottiglia è necessario versare 1 litro di acqua dell’acquario e successivamente i 350 grammi di zucchero. Mescolare leggermente e inserire nella stessa miscela anche 2 cucchiai di bicarbonato. Si consiglia di effettuare una miscelazione omogenea della soluzione, così da ottenere un composto uniforme. Sottolineiamo che circa due minuti di lavorazione possono andare più che bene.
Agitare per bene
A questo punto, senza avere paura di rompere nulla, bisogna chiudere la bottiglia con il tappo e agitarla con tanta energia per circa 45 secondi. Questo passaggio è tra i più importanti perché consente alla soluzione di miscelarsi bene e di produrre degli elementi chimici essenziali per ottenere un impianto di CO2 efficiente. Molti sottovalutano questo aspetto, ma è indispensabile sottolineare quanto sia rilevante ai fini del risultato finale.
Unire le soluzioni
Dopo i 45 secondi di mescolamento con il tappo chiuso, bisogna appoggiare la bottiglia sul tavolo e prendere il preparato precedente, composto da lievito di birra e acqua di rubinetto. Versando quest’ultima nella bottiglia con bicarbonato, zucchero e acqua dell’acquario. Sottolineiamo come bisogna versare il composto con molta attenzione, dato che la presenza di lievito di birra produce piccole bollicine che possono sporcare il tavolo e le mani mentre lo si sta versando.
La foratura del tappo
Il quinto passaggio richiede un po’ di manualità in più e soprattutto accessori appuntiti. Utilizzando un cacciavite o un utensile con parte metallica, bisogna arroventare la punta con un accendino oppure utilizzando il fornello di casa (a gas ovviamente) e posizionarla nel tappo della bottiglia, per creare un foro. La dimensione del foro dipenderà dalla grandezza del cacciavite oppure dell’utensile utilizzato; quindi, è consigliabile impiegare un attrezzo che non abbia un diametro né troppo ampio né troppo ristretto. Un diametro di 3-4 millimetri andrà più che bene per un impianto di dimensioni contenute.
La pistola a caldo
Effettuato il foro sul tappo e poggiato il metallo rovente lontano dall’impianto di CO2 è il momento di prendere il deflussore della flebo e installarlo sul tappo. Per ottenere un’installazione e una saldatura perfetta è indispensabile utilizzare una pistola con colla a caldo. Grazie alla composizione chimica della colla è possibile evitare che passi aria tra l’interno e l’esterno del tappo, disperdendo la CO2 . Attendere qualche minuto che la colla si raffreddi prima di passare al passaggio 7: muovere il deflussore della flebo quando la colla è ancora calda porterà inevitabilmente al distaccamento delle due parti.
Il deflussore
A questo punto, siamo quasi al termine della realizzazione dell’impianto di CO2 per l’acquario, ma mancano ancora i dettagli più importanti. Terminato il processo di raffreddamento della colla a caldo, è necessario tagliare con una forbice il deflussore della flebo alla sua estremità. In questo modo si creerà un vero e proprio tunnel con cui è possibile collegare il diffusore di CO2 e la bottiglia. Si consiglia di non tagliare il beccuccio nella parte inferiore, poiché creerebbe una resistenza eccessiva per il diffusore.
Collegare gli elementi tra loro
Penultimo passaggio, ma sicuramente non meno importante, riguarda il collegamento tra diffusore della CO2 e il deflussore della flebo. Facendo molta attenzione che il beccuccio non venga piegato, è necessario incastrarlo con il diffusore di CO2. Subito dopo, avvitare il tappo della bottiglia facendo attenzione a non forzare troppo sulla colla a caldo.
Accertamento del funzionamento
Verificato che il tappo sia ben chiuso sul diffusore della CO2, è il momento di testare il funzionamento dell’impianto. Prima di avviare tutto il processo è opportuno regolare il conta bolle al minimo così da avere una dispersione graduale del biossido di carbonio. Consigliamo di regolare la fuoriuscita delle bolle direttamente con il conta bolle della flebo, così da non avere problemi di sorta.
Conclusioni
I nove step da eseguire per creare un impianto di CO2, se applicati nel modo corretto, possono garantire un ottimo risultato. Sicuramente il fascino di un impianto artigianale non sarà mai superato da un impianto professionale, ma porta con sé tante piccole problematiche da tenere sotto controllo nel tempo. La colla a caldo non ha una resistenza eccezionale all’acqua e alla pressione, ciò induce in pochi mesi alla sua sostituzione. Purtroppo, anche il deflussore non garantisce una grande resistenza, ma per un costo così contenuto si può benissimo chiudere un occhio.
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